"L'Italia è presente nell'immaginario collettivo degli americani, a livello culturale, più di qualsiasi altra nazione. Esiste quindi una concreta e importante finestra di opportunità da sfruttare per le imprese italiane." Quanto ci piace questa frase, grazie per l'iniezione di speranza ed entusiasmo caro Professor Perretti del Dipartimento di Management e Tecnologia, Università Bocconi.
Vi dico subito qual è il segreto per
diventare ricchissimi così non mi dite “eh vabbè mi fa leggere
tutto l'articolo per dirmi sta cazz..a”. Il segreto per diventare
ricchissimi è crederci, veramente. Ormai ho letto già
diversi libri e testimonianze di uomini e donne che hanno raggiunto
il successo e sono diventati ricchi, in settori e in epoche diverse,
molte volte partendo da situazioni familiari ed economiche
svantaggiate, e ciò che accomuna tutti quanti è proprio il fatto
che hanno continuato a perseverare, a credere di potercela fare e non
hanno mai mollato, nemmeno di fronte agli insuccessi.
Lo so che vi aspettavate chissà che
ricetta, ma è “tutto qua”, nel senso che quello che salta fuori
è che parte tutto dalla fiducia incondizionata nelle proprie
capacità di farcela, fiducia che ognuno di noi può costruire ed
allenare, tutto il resto certo, richiede impegno, studio e il solito
pizzico di “fortuna”, ma è una conseguenza della convinzione di
arrivare all'obiettivo. A fondo pagina, per approfondire, vi segnalo
qualche libro interessante sull'argomento.
Ed eccoci a parlare di come esportare e
investire negli Stati Uniti. A questo proposito ho letto un libro
molto interessante e pratico che si intitola Esportare e Vendere negli Stati Uniti, scritto da Lucio Miranda e Muriel Nussbaumer più
alcuni contributor, ed edito da Hoepli. E' un libro molto
recente, stampato per la prima volta proprio nel 2013. I due autori
sono anche i fondatori della ExportUSA New York, Corp., società di
consulenza che aiuta le aziende italiane ad entrare nel mercato
statunitense, cosa che dà un taglio molto pratico a questo libro,
che sembra quasi un manuale di consigli e regole da tenere a mente
per chi sta sognando di espandersi col proprio business nella mitica terra dei cow-boy. A parte gli scherzi, secondo le stime della
US Energy Information Administration, gli Sati Uniti si stanno
avviando verso l'indipendenza energetica di qui all'anno 2035. E
secondo l'Agenzia Internazionale per l'Energia gli USA supereranno
l'Arabia Saudita e la Russia per diventare il paese produttore di
petrolio più importante del mondo entro il 2017! Questo
grazie all'impiego di nuove tecniche di trivellazione e allo
sfruttamento dei giacimenti petroliferi dei depositi bituminosi, che
non chiedetemi che roba sono ma mi sembravano informazioni degne di
nota. Sempre l'AIE riporta che “Le implicazioni degli sviluppi
energetici negli Stati Uniti sono profonde e il loro effetto si farà
sentire ben al di là del Nord America e del solo settore
energetico.” Anche gli autori del libro sono convinti che ci
saranno dei cambiamenti epocali che riporteranno gli USA a livelli di
sviluppo economico, strategico e politico formidabili. Quindi,
ragazzi, quello che viene da pensare a me è gambe in spalla e si
va in America!
Ovviamente, però, non si devono
prendere le cose sottogamba (ricordiamoci di tirarle giù una volta
finita la corsa...hehe). Per avere successo sul mercato
statunitense (molto aperto alle nuove iniziative, ma anche molto
esigente in termini di servizio al cliente) bisogna avere un progetto
chiaro, prenderlo come un investimento ed essere disposti a
dedicargli le risorse necessarie in termini di soldi e tempo.
Il need non esiste più,
bisogna puntare sul want
Cosa vuol dire? Vuol dire che
sul mercato statunitense (e non solo su quello) si trova già di tutto di più, non ci sono
necessità materiali da soddisfare, la gente non ha veramente bisogno
di una crema o di un l'olio di oliva in più sugli scaffali. Come
investitori/esportatori dobbiamo quindi concentrarci sulla creazione
del desiderio, da parte del
cliente, di avere il particolare prodotto/servizio che noi gli offriamo, desiderio basato su motivazioni di ordine emozionale,
sociale ecc.
Consigli utili in breve: strategie
d'ingresso, forme societarie, mercati interessanti per l'Italia,
organizzazione logistica
- Le fiere internazionali sono
un valido mezzo per far conoscere se stessi e il proprio
prodotto/servizio, a condizione che ci si vada già con un minimo di
preparazione (nel caso della presentazione di prodotti alimentari, ad
esempio, è fondamentale aver già provveduto alla loro registrazione
alla Food and Drug Administration (l'agenzia
governativa USA incaricata di emanare le norme che regolano la
vendita dei prodotti alimentari negli Stati Uniti, sia americani che
esteri, e di controllare che queste vengano rispettate) e alla loro
messa a norma, pena la diffidenza del cliente americano e
l'impossibilità di concludere accordi di vendita-acquisto appunto
per mancanza di requisiti;
- Si può entrare nel mercato
statunitense spedendo dall'Italia e appoggiandosi a importatori
(le merci vengono acquistate dall'importatore, pagate, importate e
poi rivendute dall'importatore stesso alla sua rete di clienti);
distributori (la merce non viene acquistata dal distributore,
bensì tenuta in conto vendita e solitamente viene chiesto un
contributo per le spese di promozione); rappresentati (funzionano
come in Italia, ma ovviamente devono essere in qualche modo
supportati e controllati a livello logistico e commerciale). La forma
più sicura e che garantisce il massimo controllo è tuttavia
l'organizzazione propria su suolo americano, che si crea
fondando una società di diritto statunitense (con conto corrente,
indirizzo e num. di telefono americani) e stringendo eventualmente
accordi con strutture americane esterne di vendita e logistica;
- Prima di immettere sul mercato un
prodotto è bene fare un'analisi dei gusti del mercato, solo
perché un prodotto è made in Italy non vuol
dire che deve vendere per forza, e un'analisi di prodotto in modo
da riuscire a formulare una strategia di posizionamento del prodotto
sostenibile;
- Il tipo di società più adatto
all'azienda italiana che si vuole espandere negli Stati Uniti tramite
una propria organizzazione è quello della Corporation
(la cui denominazione può essere indipendentemente “inc.” o
“corp.”), che prevede l'esistenza di azionisti, amministratori,
consiglio di amministrazione o amministratore unico. E' possibile
aprire una Corporation con un solo socio e non è necessario
avere soci americani tra gli azionisti o tra i ruoli direttivi.
- Per la particolarità del sistema
legale americano, basato sul precedente (= ci
sono dei Codici scritti, ma la fonte normativa decisiva diventa
quanto deciso dal giudice in altri giudizi per casi simili), è
fondamentale consultare sempre un avvocato prima di firmare
qualsiasi tipo di accordo o contratto;
- Settori merceologici particolarmente
interessanti sono quello della cosmetica, delle
apparecchiature biomedicali e dei generi alimentari.
Quando sono arrivata al capitolo dedicato ai semplici passi per aprire una Corporation negli
Stati Uniti sono quasi caduta dalla sedia dalle risate al seguente
passaggio “Avviata così la corporation non rimane che focalizzarsi
sulla gestione del lavoro. Normalmente non ci sono da fare depositi
di atti, notifiche, certificazioni, richieste di permessi o
autorizzazioni, pagamenti e/o apposizioni di bolli, vidimazioni,
compilazione e depositi di bollettini di varia natura, atti,
richieste, notifiche, richieste di autorizzazioni, e non bisogna
aspettare ispezioni da parte di chiccessia.” Che ridere che
facciamo noi italiani con tutte queste carte e bolli dappertutto!
Secondo me anche gli autori non ce la facevano più dalle risate e si sono distratti mentre scrivevano perché hanno finito per ripetere atti,
richieste, notifiche, richieste di autorizzazioni...
;P
Nel
libro ovviamente trovate informazioni molto più dettagliate rispetto
a quelle che vi posso dare io qui. Consiglio questo libro a
chi è interessato ad aprire un'azienda oltreoceano, ma anche a chi è
semplicemente curioso di saperne di più sugli States, per
la sua chiarezza
espositiva, la scorrevolezza e la piacevolezza dei contenuti, tutti
molto interessanti e miranti
al nocciolo della questione.
Se
qualcuno di voi vuole importare vino chiamatemi, ho già in mente
un'etichetta che spacca. ;D
---
Libri
da leggere:
-
Esportare e Vendere negli Stati Uniti, Lucio Miranda e Muriel
Nussbaumer
- I
Segreti della Mente Milionaria, T. Harv Eker
- The
Success Principles, Jack Canfield
- La
Chiave di Svolta, Seth Godin
-
Padre Ricco Padre Povero, Robert T. Kiyosaki
-
Vivere alla Grande, Robin S. Sharma
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