domenica 17 novembre 2013

Come investire negli Stati Uniti e diventare ricchissimi

"L'Italia è presente nell'immaginario collettivo degli americani, a livello culturale, più di qualsiasi altra nazione. Esiste quindi una concreta e importante finestra di opportunità da sfruttare per le imprese italiane." Quanto ci piace questa frase, grazie per l'iniezione di speranza ed entusiasmo caro Professor Perretti del Dipartimento di Management e Tecnologia, Università Bocconi.


Vi dico subito qual è il segreto per diventare ricchissimi così non mi dite “eh vabbè mi fa leggere tutto l'articolo per dirmi sta cazz..a”. Il segreto per diventare ricchissimi è crederci, veramente. Ormai ho letto già diversi libri e testimonianze di uomini e donne che hanno raggiunto il successo e sono diventati ricchi, in settori e in epoche diverse, molte volte partendo da situazioni familiari ed economiche svantaggiate, e ciò che accomuna tutti quanti è proprio il fatto che hanno continuato a perseverare, a credere di potercela fare e non hanno mai mollato, nemmeno di fronte agli insuccessi.

Lo so che vi aspettavate chissà che ricetta, ma è “tutto qua”, nel senso che quello che salta fuori è che parte tutto dalla fiducia incondizionata nelle proprie capacità di farcela, fiducia che ognuno di noi può costruire ed allenare, tutto il resto certo, richiede impegno, studio e il solito pizzico di “fortuna”, ma è una conseguenza della convinzione di arrivare all'obiettivo. A fondo pagina, per approfondire, vi segnalo qualche libro interessante sull'argomento.

Ed eccoci a parlare di come esportare e investire negli Stati Uniti. A questo proposito ho letto un libro molto interessante e pratico che si intitola Esportare e Vendere negli Stati Uniti, scritto da Lucio Miranda e Muriel Nussbaumer più alcuni contributor, ed edito da Hoepli. E' un libro molto recente, stampato per la prima volta proprio nel 2013. I due autori sono anche i fondatori della ExportUSA New York, Corp., società di consulenza che aiuta le aziende italiane ad entrare nel mercato statunitense, cosa che dà un taglio molto pratico a questo libro, che sembra quasi un manuale di consigli e regole da tenere a mente per chi sta sognando di espandersi col proprio business nella mitica terra dei cow-boy. A parte gli scherzi, secondo le stime della US Energy Information Administration, gli Sati Uniti si stanno avviando verso l'indipendenza energetica di qui all'anno 2035. E secondo l'Agenzia Internazionale per l'Energia gli USA supereranno l'Arabia Saudita e la Russia per diventare il paese produttore di petrolio più importante del mondo entro il 2017! Questo grazie all'impiego di nuove tecniche di trivellazione e allo sfruttamento dei giacimenti petroliferi dei depositi bituminosi, che non chiedetemi che roba sono ma mi sembravano informazioni degne di nota. Sempre l'AIE riporta che “Le implicazioni degli sviluppi energetici negli Stati Uniti sono profonde e il loro effetto si farà sentire ben al di là del Nord America e del solo settore energetico.” Anche gli autori del libro sono convinti che ci saranno dei cambiamenti epocali che riporteranno gli USA a livelli di sviluppo economico, strategico e politico formidabili. Quindi, ragazzi, quello che viene da pensare a me è gambe in spalla e si va in America!

Ovviamente, però, non si devono prendere le cose sottogamba (ricordiamoci di tirarle giù una volta finita la corsa...hehe). Per avere successo sul mercato statunitense (molto aperto alle nuove iniziative, ma anche molto esigente in termini di servizio al cliente) bisogna avere un progetto chiaro, prenderlo come un investimento ed essere disposti a dedicargli le risorse necessarie in termini di soldi e tempo.

Il need non esiste più, bisogna puntare sul want
Cosa vuol dire? Vuol dire che sul mercato statunitense (e non solo su quello) si trova già di tutto di più, non ci sono necessità materiali da soddisfare, la gente non ha veramente bisogno di una crema o di un l'olio di oliva in più sugli scaffali. Come investitori/esportatori dobbiamo quindi concentrarci sulla creazione del desiderio, da parte del cliente, di avere il particolare prodotto/servizio che noi gli offriamo, desiderio basato su motivazioni di ordine emozionale, sociale ecc.

Consigli utili in breve: strategie d'ingresso, forme societarie, mercati interessanti per l'Italia, organizzazione logistica

- Le fiere internazionali sono un valido mezzo per far conoscere se stessi e il proprio prodotto/servizio, a condizione che ci si vada già con un minimo di preparazione (nel caso della presentazione di prodotti alimentari, ad esempio, è fondamentale aver già provveduto alla loro registrazione alla Food and Drug Administration (l'agenzia governativa USA incaricata di emanare le norme che regolano la vendita dei prodotti alimentari negli Stati Uniti, sia americani che esteri, e di controllare che queste vengano rispettate) e alla loro messa a norma, pena la diffidenza del cliente americano e l'impossibilità di concludere accordi di vendita-acquisto appunto per mancanza di requisiti;

- Si può entrare nel mercato statunitense spedendo dall'Italia e appoggiandosi a importatori (le merci vengono acquistate dall'importatore, pagate, importate e poi rivendute dall'importatore stesso alla sua rete di clienti); distributori (la merce non viene acquistata dal distributore, bensì tenuta in conto vendita e solitamente viene chiesto un contributo per le spese di promozione); rappresentati (funzionano come in Italia, ma ovviamente devono essere in qualche modo supportati e controllati a livello logistico e commerciale). La forma più sicura e che garantisce il massimo controllo è tuttavia l'organizzazione propria su suolo americano, che si crea fondando una società di diritto statunitense (con conto corrente, indirizzo e num. di telefono americani) e stringendo eventualmente accordi con strutture americane esterne di vendita e logistica;

- Prima di immettere sul mercato un prodotto è bene fare un'analisi dei gusti del mercato, solo perché un prodotto è made in Italy non vuol dire che deve vendere per forza, e un'analisi di prodotto in modo da riuscire a formulare una strategia di posizionamento del prodotto sostenibile;

- Il tipo di società più adatto all'azienda italiana che si vuole espandere negli Stati Uniti tramite una propria organizzazione è quello della Corporation (la cui denominazione può essere indipendentemente “inc.” o “corp.”), che prevede l'esistenza di azionisti, amministratori, consiglio di amministrazione o amministratore unico. E' possibile aprire una Corporation con un solo socio e non è necessario avere soci americani tra gli azionisti o tra i ruoli direttivi.

- Per la particolarità del sistema legale americano, basato sul precedente (= ci sono dei Codici scritti, ma la fonte normativa decisiva diventa quanto deciso dal giudice in altri giudizi per casi simili), è fondamentale consultare sempre un avvocato prima di firmare qualsiasi tipo di accordo o contratto;

- Settori merceologici particolarmente interessanti sono quello della cosmetica, delle apparecchiature biomedicali e dei generi alimentari.


Quando sono arrivata al capitolo dedicato ai semplici passi per aprire una Corporation negli Stati Uniti sono quasi caduta dalla sedia dalle risate al seguente passaggio “Avviata così la corporation non rimane che focalizzarsi sulla gestione del lavoro. Normalmente non ci sono da fare depositi di atti, notifiche, certificazioni, richieste di permessi o autorizzazioni, pagamenti e/o apposizioni di bolli, vidimazioni, compilazione e depositi di bollettini di varia natura, atti, richieste, notifiche, richieste di autorizzazioni, e non bisogna aspettare ispezioni da parte di chiccessia.” Che ridere che facciamo noi italiani con tutte queste carte e bolli dappertutto! Secondo me anche gli autori non ce la facevano più dalle risate e si sono distratti mentre scrivevano perché hanno finito per ripetere atti, richieste, notifiche, richieste di autorizzazioni... ;P

Nel libro ovviamente trovate informazioni molto più dettagliate rispetto a quelle che vi posso dare io qui. Consiglio questo libro a chi è interessato ad aprire un'azienda oltreoceano, ma anche a chi è semplicemente curioso di saperne di più sugli States, per la sua chiarezza espositiva, la scorrevolezza e la piacevolezza dei contenuti, tutti molto interessanti e miranti al nocciolo della questione.

Se qualcuno di voi vuole importare vino chiamatemi, ho già in mente un'etichetta che spacca. ;D

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Libri da leggere:

- Esportare e Vendere negli Stati Uniti, Lucio Miranda e Muriel Nussbaumer
- I Segreti della Mente Milionaria, T. Harv Eker
- The Success Principles, Jack Canfield
- La Chiave di Svolta, Seth Godin
- Padre Ricco Padre PoveroRobert T. Kiyosaki
- Vivere alla Grande, Robin S. Sharma

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